Scheda articolo

Sfoglia il nostro catalogo e trova le pagine che fanno a caso tuo!
Codice: 9788879694643

La storia di genere nelle Marche ha preso avvio con ritardo rispetto a quanto è avvenuto in altri contesti italiani e, soprattutto, ha mancato di organici progetti di ricerca, vòlti a indagare e a far emergere il quadro regionale della storia femminile, i processi attraverso i quali si sono attuate e modificate le relazioni fra uomini e donne, il ruolo che queste ultime hanno avuto nella specificità delle condizioni socio-economiche e politico-culturali della regione, la via marchigiana, i suoi sentieri e le sue forme, le anticipazioni e le arretratezze che connotano il percorso territoriale di emancipazione femminile. Significativa, in questo senso, l’assenza di contributi marchigiani all’interno dei due annali che l’Istituto Cervi ha dedicato nel 1990 e nel 1991 alle donne delle campagne nella storia sociale italiana dell’Ottocento e del Novecento, quando già da alcuni anni aveva preso vita, anche in Italia, la stagione degli studi storici di genere grazie alla nascita, nel 1989, della Società Italiana delle Storiche e a importanti lavori, quali ad esempio quelli di Maura Palazzi, Lucia Ferrante, Gianna Pomata, Annarita Buttafuoco, Anna Bravo, Christiane Klapisch-Zuber. È solo a metà degli anni Novanta che la storia delle donne, con i temi, i metodi, i problemi che stavano maturando nel panorama degli studi storici nazionali, entra nella ricerca regionale marchigiana grazie al lavoro soprattutto di alcune, poche, storiche. Nelle Marche sono le ricerche di Augusta Palombarini a dare il contributo più ampio e continuativo, con i lavori sull’educazione e l’istruzione femminile, sulla marginalità, sulle relazioni affettive e sulla maternità, su mestieri e professioni tipicamente femminili come quella della maestra. Il saggio Quando Berta filava è stato già ripubblicato in questa rivista nel 2019 e a quel lavoro si fa riferimento per la «Rilettura» di questo numero. Ai saggi di Augusta Palombarini dalla fine degli anni Novanta a oggi se ne aggiungono parecchi altri, ed inoltre un importante strumento di ricognizione e consultazione quale è il Dizionario biografico delle Marchigiane curato da Lidia Pupilli e Marco Severini e, soprattutto, un numero consistente di ricerche condotte da storici di professione e da cultori delle discipline storiche che fanno emergere una pluralità di temi, problemi, storie, figure. Studi che rischiano una pulviscolare frammentazione e una difficile reperibilità e che, per questo, hanno bisogno di essere raccolti e messi a disposizione per approfondimenti, connessioni, interpretazioni organiche: obiettivo che si è perseguito già nel 2003 con il convegno su Donne, lavoro e società nelle Marche, tenuto a Porto San Giorgio in memoria di Joyce Lussu, e, di recente, con la giornata del Centro di Studi Storici Maceratesi sul tema «Donne della Marca. Spazi, ruoli, relazioni, ricchezze (secc. XIII-XX)». Obiettivo, il suddetto, perseguito anche dalla raccolta qui presentata, tesa da una parte a contribuire all’emersione della storia delle marchigiane dall’oblio che le avvolge, dall’altra a fornire spunti e nuovi materiali di lavoro per studi futuri. 

Le ricerche si muovono lungo un arco temporale ampio, compreso fra XV e XX secolo, ed entrano nella storia delle marchigiane attraverso temi e ambiti diversi – le comunità monastiche, il vestiario, il lavoro e i mestieri, il potere, il controllo la repressione e la persecuzione, la partecipazione e la lotta politica, la letteratura, l’arte. Una pluralità di punti di osservazione che, tuttavia, sono connessi dalla scelta del metodo che nella prevalenza degli articoli è quello dell’indagine e della narrazione biografica. Ne discende una raccolta che propone una galleria di profili e storie di vita femminile, ricchi di quegli aspetti qualitativi, affettivi, emozionali, quotidiani che solo ricerche così ravvicinate alle vicende soggettive permettono di cogliere. Ed anche nel tessuto argomentativo dei pochi contributi che indagano realtà collettive di vita femminile, come i monasteri, o aspetti di cultura materiale e di lavoro, come l’abbigliamento e i mestieri, sono presenti riferimenti biografici e storie di vita, ambiti di ricerca da cui non può prescindere la storia delle donne, essendo per così dire imposti da una parte dalla condizione storica delle donne, contenute entro i confini della casa, del privato e della famiglia, dall’altra dal carattere delle fonti, che tacciono o velano ruoli, funzioni, attività pubbliche delle donne, alle quali la parola è spesso restituita solo dalla corrispondenza, dagli oggetti e soprattutto dal susseguirsi delle scelte e dall’agire quotidiano. Voci e testimonianze che vanno faticosamente cercate nei cosiddetti archivi primari, quelli comunali, parrocchiali e privati. Ed è, appunto, quanto hanno fatto, con paziente lavoro di ricerca, gli autori presenti in queste pagine. Esse, come perlopiù accade con la storia delle donne, ci restituiscono una narrazione della realtà talvolta sorprendente e comunque sempre correttiva di pregiudizi a lungo coltivati e diffusi.

 

Caratteristiche del volume:

Ft. 170x240 mm, 2021, 400 pp.


Richiedi informazioni

Letta e compresa l'informativa privacy presente in questo LINK, ai sensi dell’art. 6 del Regolamento Europeo in materia di Protezione dei Dati n. 679/2016, dichiaro di essere maggiore di 16 anni e presto il consenso all’utilizzo dei miei dati.

Presto il mio consenso all'utilizzo dei miei dati personali forniti in questo modulo a questo sito internet per finalità promozionali, comunicazioni aventi contenuto promozionale, informativo, inviti, sconti dedicati, annunci sulle ultime novità di prodotti e servizi.