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Codice: 9788879693493

La montagna alpina è stata oggetto negli ultimi decenni di studi pregevoli e innovativi, che hanno portato a rivedere molti dei tradizionali modelli interpretativi, anche fra i più illustri, come quello di Braudel che, oltre al merito di aver ricercato esplicitamente le peculiarità della montagna, aveva spinto a prestare maggiore attenzione al nesso montagna-pianura e, più in generale, al rapporto uomo-ambiente.

Dal punto di vista della storia economica e sociale, nel caso dell’Appennino tosco-umbro-marchigiano l’inizio di un nuovo corso storiografico può essere individuato nei convegni organizzati fin dai primi anni Ottanta nel piccolo comune di Sestino, una enclave toscana nel territorio marchigiano, per iniziativa del Centro interregionale di studi e ricerche della civiltà appenninica, con sede appunto a Sestino, ma con la collaborazione della Società di Studi storici per il Montefeltro e della rivista «Proposte e ricerche».

Nei tre convegni, tenutisi a Sestino nel maggio 1982, nel novembre 1987 e nel novembre 1988, «la civiltà nascosta negli Appennini», della quale aveva parlato Giorgio Spini introducendo il primo di quegli incontri, venne indagata in un’ottica di lungo periodo (dal Medioevo al Novecento) e con un approccio interdisciplinare, con risultati di indubbio rilievo da molti punti di vista. 

In particolare il convegno del maggio 1982, i cui atti erano stati raccolti nel 1984 ma vennero pubblicati soltanto nel 1985, si era subito posto il problema di integrare la tradizionale analisi storico-economica, con contributi dedicati alle vicende climatiche, all’evoluzione demografica, alle istituzioni politiche, all’organizzazione territoriale, alla cultura materiale. I due convegni successivi, preceduti nel 1987 da vari colloqui preparatori, avevano aggiunto ulteriori punti di vista, indagando il paesaggio vegetale e quello rurale, gli insediamenti e le proprietà collettive, le risorse economiche e gli scambi commerciali, i comportamenti demografici e i flussi migratori, le risorse forestali e quelle del sottosuolo, l’affermarsi dell’industria elettrica e i provvedimenti del secondo dopoguerra in favore dei territori montani.

La ricerca avviata con i tre convegni di Sestino, che erano stati integrati nel 1984 da una analoga iniziativa promossa dal Centro di studi storici maceratesi per impulso di Renzo Paci, ha prodotto numerosi altri studi, fra i quali emerge il saggio sulla montagna appenninica di Fabio Bettoni e Alberto Grohmann che nel 1989 è stato pubblicato nella Storia dell’agricoltura italiana curata da Piero Bevilacqua.

Dopo Sestino sono state indagate singole aree, ma soprattutto sono stati affrontati alcuni dei nodi storiografici sui quali intanto si era aperto un intenso dibattito sia in area alpina che in altre regioni montane europee: i rapporti tra processi economici e risorse locali, la mobilità, l’evoluzione demografica e quella socio-economica, i legami tra aree montane ed aree contermini, l’esodo del secondo dopoguerra, le nuove opportunità offerte più di recente dall’esplodere del turismo.

Il punto di arrivo di questo percorso può essere considerato il volume Economie nel tempo. Persistenze e cambiamenti negli Appennini in età moderna, nel quale sono confluiti gli interventi presentati a un seminario tenutosi ad Ancona nel giugno del 2000 e il successivo dibattito apertosi all’interno del gruppo di ricerca che ha operato nell’ambito del «Progetto APE: Appennino Parco d’Europa», promosso dal Ministero dell’Ambiente e coordinato, per la parte relativa all’evoluzione dei sistemi locali appenninici, dal Dipartimento di Economia dell’Università di Ancona (oggi Università Politecnica delle Marche). 

Quel volume segna un punto fermo nella storiografia sulle regioni appenniniche, non solo per le nuove tematiche affrontate, ma anche per le importanti acquisizioni che la sinergia fra storici ed economisti ha permesso di raggiungere su temi come l’evoluzione demografica, i rapporti centro-periferia, la complementarità montagna-pianura, il ruolo delle istituzioni comunitarie, gli effetti della rottura degli equilibri di antico regime, l’evoluzione dell’immagine e della percezione della montagna tra Otto e Novecento, le politiche in difesa della montagna, il riemergere di nuovi equilibri e le opportunità emerse negli ultimi decenni.

 

Caratteristiche del volume:

Ft. 170x240 mm, 2015, 296 pp.


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